Lo screening di massa con Oc-Hemodia 
per la diagnosi precoce delle precancerosi e dei carcinomi del colon-retto


AUTORI: A.SAVIOLI, P.P.PUVIANI, A.LUCCHINI, C.A.FERRARI, L.MARIANI, G.L.LIERA, M.FRANZINI

Divisione di Chirurgia Generale
Ospedale Comprensoriale di Guastalla (RE)


SOMMARIO
Lo screening di massa puo' rappresentare un approccio efficace per la diagnosi precoce dei tumori colorettali. Le esperienze riportate in letteratura denunciano tuttavia difficolta' a diversi livelli, correlate sia alla metodica, sia alla complessita' organizzativa dello screening. Per l'applicazione pratica di un test di screening occorre infatti che la sua sensibilita' e specificita' siano elevate e la compliance dei pazienti accettabile.
Una nuova metodica, denominata OC-HEMODIA, di tipo immunologico e quindi specifica per il sangue umano, sembra rispondere a tali requisiti. Vengono qui riportati i risultati ottenuto in uno screening applicato su vasta scala mediante questo nuovo test.

INTRODUZIONE
Il cancro colorettale e' la seconda causa di morte per l'uomo e la terza causa di morte per la donna (3).
La prevenzione e la diagnosi precoce di questa neoplasia possono essere realizzate mediante semplici indagini di screening utilizzando la ricerca del sangue occulto fecale. Questo test fu proposto per la prima volta nel 1901 (1), ma fino ad oggi la sua applicazione ha trovato difficolta' a piu' livelli, relative in particolare ai limiti della metodica, alla scarsa compliance dei pazienti, alla bassa sensibilita' e specificita' della metodica.
Per la validita' di un test di screening occorre infatti che la sensibilita' e la specificita' siano elevate. I test oggi disponibili sono di due tipi:

  1. quelli basati sulla reazione perossidasica dell'emoglobina (test al Guaiaco);
  2. quelli di tipo immunologico.
I primi, piu' diffusi, che possiamo definire "tradizionali" poiche' impiegati da molti anni, comportano frequenti falsi positivi in quanto non testano selettivamente l'emoglobina umana e vengono alterati dalla presenza di perossidasi di origine vegetale (2).
Al contrario il test immunologico e' specifico perche' si basa su di una reazione antigene-anticorpo, nella quale l'antigene e' rappresentato dalla emoglobina umana patologicamente presente nell'intestino (4).
Quest'ultima metodica sembra rispondere ai requisiti ideali per un test di screening per i seguenti motivi:
  1. esclude false positivita' da emoglobine eterologhe;
  2. non richiede preparazione con dieta acarnea o precauzioni prima dell'esecuzione;
  3. il sistema di raccolta risulta semplificato rispetto ai tests tradizionali.
Scopo del presente lavoro e' di riferire l'esperienza da noi realizzata, utilizzando per uno screening su vasta scala il test immunologico denominato OC-HEMODIA.

MATERIALI E METODI
Nel territorio dell'USL n.10 di Guastalla (Reggio Emilia) sono stati prescelti i residenti ultratrentacinquenni dei Comuni di Guastalla e Novellara (in totale 11321 soggetti, di cui 5200 maschi e 6121 femmine) per eseguire lo screening "pilota" con il test OC-HEMODIA. A tutti venne distribuito un singolo test per un unico campione di feci.
Il test OC-HEMODIA, della ditta Poli Diagnostici di Milano, utilizza la reazione antigene-anticorpo, in cui anticorpi antiemoglobina umana adesi su particelle di lattice formano agglutinati evidenti ad occhio nudo soltanto in presenza di sangue umano nelle feci.
Il test e' specifico per il sanguinamento del grosso intestino, poiche' l'emoglobina proveniente da sanguinamenti del tratto digestivo prossimale viene alterata al contatto con il succo gastrico.
Peraltro quantita' anche infinitesimali di sangue provenienti dal colon-retto risultano facilmente identificabili data l'assoluta specificita' del test.
La modalita' del prelievo del campione fecale viene molto semplificata rispetto ai tests al Guaiaco, che richiedono una uniforme distribuzione del materiale fecale sulle apposite cartine: operazione talora eseguita in modo imperfetto e per lo piu' mal accetta.
Con l'OC-HEMODIA al contrario, il prelievo viene eseguito utilizzando una piccola asticella incorporata nel tappo della provetta, nel cui interno avviene la diluizione del campione fecale.
Tutta la manovra viene eseguita con estrema rapidita', evitando qualunque imbrattamento o imperfezione di raccolta del campione.
Il campione cosi' raccolto puo' anche essere conservato per 7-8 giorni a temperatura di 4°C, qualora il soggetto non possa immediatamente consegnarlo al centro di raccolta.
La lettura del test viene eseguita cimentando una goccia del materiale diluito nella provetta, con una goccia di lattice di gomma che funge da veicolo degli anticorpi anti-emoglobina umana.
La reazione positiva e' documentata dalla comparsa entro 3 minuti di agglutinati visibili ad occhio nudo.
Il test e' stato correttamente eseguito da 4510 soggetti (2403 donne 2 2107 uomini) per una percentuale del 40%.
I positivi sono stati 134 (2,9%). Essi sono stati convocati per raccogliere una meticolosa anamnesi e per essere sottoposti all'esame clinico.
47 soggetti hanno rifiutato di proseguire le indagini strumentali, mentre 87 sono stati sottoposti ad anu-rettoscopia.
I soggetti portatori di evidenti patologie benigne ano-rettali in fase di sanguinamento attivo (emorroidi, ragadi, fistole, proctiti, ecc.) sono stati esclusi da ulteriori approfondimenti diagnostici ed hanno ripetuto il test OC-HEMODIA a distanza di 6 mesi.
Tutti gli altri soggetti, risultati alla rettoscopia portatori o no di vegetazioni benigne o sospette, vennero sottoposti a clisma opaco con doppio contrasto. La colonscopia fu riservata ai soggetti effettivamente portatori di vegetazioni polipoidi.

RISULTATI E CONCLUSIONI
I soggetti positivi al test furono 135 (2,9%): di essi 88 eseguirono le indagini diagnostiche di 2° livello; i rimanenti uscirono dallo screening, essendo affetti da patologie gravi multidistrettuali, anziani dell 4° eta', o rifiutarono di proseguire gli accertamenti.
I casi di neoplasia maligna individuati con le indagini strumentali furono 4, tutti allo stadio C di Dukes, rispettivamente del cieco-ascendente (2 casi), del retto sovrampollare (1 caso), del retto ampollare (1 caso). Il trattamento consistette nella emicolectomia destra in 2 casi, nella resezione anteriore del retto (in 1 caso) e in una amputazione del retto secondo Miles.
I portatori di poliposi identificati furono 31, dei quali 7 erano affetti da poliposi multipla. 28 polipi erano iperplastici, 4 adenomi tubulari e 4 tubulo-villosi.
Dsplasia lieve fu riscontrata in 4 polipi; displasia grave in 6. I polipi displasici furono asportati in 2 pazienti affetti da poliposi multipla ed in altrettanti che presentavano poliposi semplice.
Tutti gli interventi di polipectomia furono eseguiti endoscopicamente.
Lamentiamo un caso di sanguinamento massivo dalla base del polipo (trattavasi di vegetazione del diametro di circa 4 cm), dominato mediante diatermocoagulazione ed infiltrazione perivasale di polidocanolo sempre per via endoscopica.
I casi di patologia ano-rettale benigna furono 53.
L'incidenza di neoplasie nei pazienti positivi fu del 25%.
Durante l'esecuzione dello screening giunsero alla nostra osservazione 3 falsi negativi. Questi pazienti avevano eseguito regolarmente il test, ma a distanza di tempo ebbero segni obiettivi di neoplasia avanzata del colon. Trattavasi di una occlusione da stenosi della flessura epatica e di due pazienti con anemizzazione marcata da neoplasia ulcerata del colon destro. Essi vennero operati in emergenza o in urgenza differita.
Da questi dati risulta che la sensibilita' del test OC-HEMODIA, pari all'87,5%, e la specificita', del 100%, sono assai elevate, superiori alle metodiche basate sull'azione perossidasica dell'emoglobina (tests al Guaiaco).
I falsi negativi erano suggestivamente limitati a neoplasie del colon destro: e' ipotizzabile che l'emoglobina persa per sanguinamenti, anche rilevanti, prodotti da tali neoplasie, venga piu' facilmente inattivata o distrutta dalla flora batterica intestinale.
Questo dato, intrinseco alla metodica, e l'incostanza del sanguinamento di tutte le neoplasie del colon-retto, rappresentano i limiti principali dello screening da noi eseguito.
Ci pare tuttavia di poter sottolineare come requisiti assai vantaggiosi dell'OC-HEMODIA:

BIBLIOGRAFIA
  1. AHLQUIST D.A., BEART R.W.Jr.: Use of fecal occult blood tests in the detection of colorectal neoplasia. Probl. Gen. Surg. 2:200-210,1985.
  2. BRIANCON S., HOUOT O., DE SOUZA M., COLLIN J.F., SIEST G., DESCHAMPS J.P.: Evaluation d'un test immunologique de recherche de sang dans les selles pour le depistage des tumeurs colorectales. Gastroenterol. Clin. Biol., 11:194-200,1987.
  3. LETSOU G., BALLANTYNE G.H., ZDON M.J., ZUCKER K.A., MODLIN I.M.: Screening for colorectal neoplasms. Dis. Col. Rect., 30:839-843,1987.
  4. SAITO H., TSUCHIDA S., NAKAJI S., KAKIZAKI R., AISAWA T., MUNAKATA A., YOSHIDA Y.: An immunologic test for fecal occult blood by counter immunoelectrophoresis. Cancer, 56:1549-1552,1985.